Il fenomeno di isolamento sociale volontario partito dal Giappone, oggi apparso anche in Italia.
“Hikikomori" è un termine giapponese che significa "stare in disparte”.
Viene utilizzato per indicare chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, rinchiusi nella propria abitazione, evitando qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta anche con i familiari.
L’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa, ha presentato quest'anno il primo studio nazionale per fornire una stima dell’isolamento volontario fra gli adolescenti.
Sarebbero più di 50mila, in Italia, i giovani “Hikikomori”. Lo studio è promosso dalla Onlus Gruppo Abele in collaborazione con l’Università della Strada.
L’età che si rivela maggiormente a rischio Hikikomori è quella compresa tra 15 i 17 anni, con un’incubazione delle cause del comportamento di auto-reclusione già nel periodo della scuola media.
Le differenze di genere per il fenomeno Hikikomori si rivelano nella percezione del ritiro.
I maschi sono la maggioranza fra i ritirati effettivi, ma le femmine si attribuiscono più facilmente la definizione di Hikikomori – così come nell’utilizzo del tempo, con le ragazze più̀ propense al sonno, alla lettura e alla tv, mentre i ragazzi al gaming online.
Fra le cause dell’isolamento, assume un peso determinante il senso di inadeguatezza rispetto ai compagni: “L’aver subito episodi di bullismo, contrariamente a quanto si possa ritenere, non è fra le ragioni più frequenti della scelta. Mentre si evince una fatica diffusa nei rapporti coi coetanei, caratterizzati da frustrazione e auto- svalutazione”, aggiunge Sonia Cerrai (Cnr-Ifc).
“Un altro dato parzialmente sorprendente riguarda la reazione delle famiglie: più di un intervistato su 4, dichiara che i genitori avrebbero accettato la cosa apparentemente senza porsi domande. Il dato è simile quando si parla degli insegnanti”.
L’Osservatorio Modus, che si occupa del fenomeno dal 2008 quando ancora in Italia il termine Hikikomori non era conosciuto, ha accolto presso la sua struttura circa una trentina di ragazzi, supportandoli nel percorso di homeschooling o istruzione parentale.
Nella diretta Instagram del 13 aprile 2023, organizzata da Centro Studi Modus in collaborazione con la ricercatrice Sabrina Molinaro (conduttrice del primo studio italiano sugli hikikomori), è stato affrontato l’argomento dando uno spaccato del fenomeno, soprattutto tra gli adolescenti.
Lo stesso giorno il Cittadino di Monza ha pubblicato un’intervista a Francesca Ferrara, fondatrice di Centro Studi Modus, per approfondire questa tematica.
A pochi mesi dall’apertura di Modus, nel 2007, ha iniziato a seguire alcuni ragazzi che si erano ritirati volontariamente dalla scuola e dalla vita sociale e da allora ce ne sono stati un paio all’anno. Questi ragazzi iniziarono a manifestare comportamenti assimilabili all'hikikomori come ad esempio l’allontanamento dal mondo reale e l’avvicinamento a quello virtuale.
In seguito il pdf del Cittadino e se foste maggiormente interessati ad approfondire l’argomento, vi consigliamo di visitare il nostro sito dove, registrandovi nell’area membri, troverete maggiori informazioni a riguardo.
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